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Il desiderio sessuale si organizza all’interno del contesto socioculturale di riferimento.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito al passaggio dalla società patriarcale ad una società orientata alla parità dei sessi, politica, culturale e relazionale.
Dal femminismo, con i suoi due grandi valori cardine quali parità di genere ed autodeterminazione della propria vita sessuale, siamo entrati in una nuova fase, quella della postmodernità.
Una fase caratterizzata dalla libertà di vivere la propria sessualità senza costrizioni.
La libertà del postmoderno
La realizzazione dell’autodeterminazione tipica della fase postmoderna, si è concretizzata nell’ambito della relazione di coppia nei seguenti dati demografici (Peuckert, 1999):
>diminuzione del numero di matrimoni
>slittamento in avanti di almeno cinque anni dell’età in cui si contrae il matrimonio
>unioni di coppia più instabili
>abbassamento del tasso di natalità
>aumento della probabilità di sposarsi più di una volta.
Le relazioni infatti tendono ad adattarsi e sembrano, nel tempo, essersi adeguate ai bisogni più individualistici della postmodernità, compresa la sessualità (Clement, 2010).
I parametri socioculturali rinviano il sesso alla scelta del singolo individuo, sia esso il palcoscenico sul quale si mette in atto la propria liberazione personale, si esso espressione di un sentimento o puro divertimento, è qualcosa che la cultura postomoderna rimanda alle scelte del singolo.
La pluralizzazione del modo di vivere la sessualità e del modo di stare in coppia
Se in epoca moderna il sesso era conteso fra oppressione e liberazione e per questo carico di tensione, oggi è semplicemente ciò che è possibile e non più vettore di un certo tipo di significato (Clement, 2010).
La conquista della libertà però non ha liberato le donne e gli uomini dalle ambivalenze, così presenti nelle relazioni di coppia, da implementare il bisogno di sancire regole e di raggiungere una certa sintonia fra i suoi membri.
Nel tempo se da un lato abbiamo potuto assistere ad una crescita delle possibilità di scelta, chi lavora come terapeuta e si occupa di coppie, ha potuto notare anche un aumento del disagio legato all’infelicità sessuale ed alla mancanza di desiderio.
La complessità della libertà
Conquista agognata, diritto acquisito grazie alle lotte combattute dai movimenti antirepressivi di chi ci ha preceduto, la libertà è estremamente complessa ed in ambito di coppia introduce quella che viene definita l’etica della negoziazione, che orienta i partner nell’ambito della loro relazione e che li vede impegnati nello stabilire insieme tutto ciò su cui entrambi sono d’accordo.
Una sorta di etica procedurale, da una parte potenziale elemento di controllo, dall’altra fonte potenziale di creatività (Clement, 2010).
Una nuova sfida
L’etica della negoziazione consente ai due partner di essere i protagonisti della propria sessualità, senza dover rispondere ad un diktat esterno, che un tempo stabiliva cosa fosse “normale”, “naturale” e socialmente “accettabile”.
Tutta questa libertà mostra le sue due facce, da un lato priva ciascun attore sessuale di quello che un tempo era prevedibile e per certi versi rassicurante e dall’altro offre la possibilità di dare sfogo alla curiosità ed alla creatività.
Lancia cioè un sfida ai due partner, importante da raccogliere ed in un certo senso molto impegnativa, poiché dà loro la possibilità di decidere cosa sia “normale” ed “opportuno” da realizzare nell’incontro di coppia e sessuale.
Cosa farsene di tutta questa libertà?
La strada della conquista della libertà di coppia, spesso è caratterizzata da ostacoli, legati proprio al moltiplicarsi delle possibilità.
Se un tempo parlare di libertà aveva un chiaro riferimento al superare l’oppressione, ai giorni nostri la libertà non ha più un avversario così chiaramente individuabile, poiché oggi è quasi tutto possibile.
Le coppie si trovano quindi oggi difronte ad una nuova sfida da affrontare, che le vede impegnate nella capacità di gestire sentimenti ricchi di ambivalenza, la responsabilità individuale e di apertura al gioco (Clement, 2010).